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The Big Wedding - Recensione

25/06/2014 | Recensioni |
The Big Wedding - Recensione

Tempo d’estate, tempo di commedie e quindi come non programmare proprio nella stagione più calda l'uscita dell’ennesima wedding comedy piena di star, equivoci, bugie, baci e qualche luogo comune?
Questa volta le nozze si stanno preparando nella singolare famiglia “allargata” dei Griffin.
Don (Robert De Niro) ed Ellie (Diane Keaton) hanno divorziato da diverso tempo, ma sono rimasti in ottimi rapporti anche se Don vive ormai stabilmente da molti anni con Bebe (Susan Sarandon), ex migliore amica di Ellie. I tre si riuniscono dopo diversi anni sotto lo stesso tetto per il matrimonio di Alejandro (Ben Barnes), figlio adottivo di Don e Ellie. Per l’occasione, il futuro sposo riabbraccerà anche la sua vera madre, Madonna, in arrivo dalla Colombia. Alla vigilia della cerimonia, Alejandro confessa di non aver mai rivelato a Madonna il divorzio dei suoi genitori adottivi, perché sua madre biologica è una fervente e rigorosa cattolica e ha sempre avuto paura di deluderla. Per questo motivo, Alejandro chiede a Don e Ellie di fungersi ancora marito e moglie per tutta a durata delle celebrazioni.
Un capofamiglia scultore di successo, una ex moglie libera, indipendente e dedita al sesso tantrico, una nuova e spumeggiante compagna del capofamiglia (amante dei cani carlini e integerrima vegana), un fratello dello sposo trentenne e vergine che perde la testa per l’esotica sorella biologica del fratello adottato, due genitori della sposa snob ma con tanti scheletri nell’armadio (lui truffatore e fedifrago, lei piena di botulino fino al midollo): i personaggi coloriti certo non mancano ad animare i preparativi per questo Big Wedding.
E proprio in un complesso girotondo di equivoci e bugie, si accenderanno nuovi amori, verranno confessati segreti e avverranno capovolgimenti (anche se di breve durata): tutto come da copione, naturalmente. E nel salto da un letto all’altro, nel fuoco di vecchi e nuovi amori, il santo caos del matrimonio è servito.
Gli elementi classici della commedia a stelle e strisce ci sono tutti: dialoghi pungenti, situazioni spinte al limite dell’eccesso, miscuglio di realismo e farsa.
Il punto di partenza è la commedia francese Mio fratello si sposa (Mon frère se marie) su cui il regista Justin Zackham (che ricordiamo per il successo di Non è mai troppo tardi con Jack Nicholson) ha costruito il suo remake in pieno american style trasferito nel sobborgo modaiolo e di tendenza di Greenwich, Connecticut, luogo dove molti newyorchesi di Manhattan sono scappati negli ultimi anni. Un mondo che il regista conosce bene, essendovi cresciuto e avendo avuto modo di osservare queste famiglie “pazze ma meravigliose”. Una famiglia, quella dei Griffin, ci si perdoni l’ormai abusato termine, “disfunzionale”, per dirla in altre parole, piuttosto sconnessa, ma unita da legami fortissimi e da quelli che il personaggio di Diane Keaton definisce, “tutti i tipi di amore”.
Ma, nell’attesa del “grande matrimonio”, tutto finisce per girare a vuoto in una carambola di siparietti che dovrebbero essere comici ma che sono solo farseschi, tra urli e smorfiette che non fanno altro che mortificare il gruppo di grandi attori chiamati a prendervi parte.
Il cast infatti vanta un tris d’eccezione come Bob De Niro, Diane Keaton, Susan Sarandon nei panni dei “vecchi”, mentre nei ruoli dei “giovani” spiccano Katherine Heigl (regina di commedie come Molto incinta e 27 volte in bianco) nei panni della figlia maggiore Lyla, avvocatessa in crisi col marito che tenta da anni di rimanere incinta, Topher Grace (esploso come star della serie televisiva That’ 70s Show e passato poi al cinema) nel ruolo del figlio mediano dall’avviata carriera di medico ma ancora pieno di dilemmi sentimentali e Ben Barnes (noto come il principe Caspian nella saga cinematografica Le cronache di Narnia) nei panni del figlio adottivo Alejandro, le cui nozze imminenti fanno da miccia a tutta la vicenda. Ad aggiungere sale (o zucchero che dir si voglia) alla commedia, la bella e bionda Amanda Seyfried (ancora una volta nei panni della giovane sposina come nel musical Mamma mia!). Ciliegina sulla torta (nuziale), un prete ortodosso (ma non troppo) cui offre il volto un sempre perfetto Robin Williams. 
Ma un super cast non basta a rinfrescare la formula della wedding comedy, che questa volta non fa centro, impantanandosi nel tentativo di giocare la carta di situazioni che vorrebbero essere trasgressive ma che lo sono solo in apparenza naufragando poi in un mare di conformismo. E alla fine il quadretto familiare non può fare a meno di ricomporsi, tra redenzioni, perdoni, riconciliazioni e le tanto sospirate nozze. E così, tutti vissero felici e contenti. Ancora una volta.

Elena Bartoni
 

 


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